Alberto Tomba è stato un famoso sciatore italiano. Dalla metà degli anni ’80 alla fine degli anni ’90, ha vinto 50 volte in assoluto ed è diventato famoso per le gare sulla neve e per la sua personalità giocosa. Nato a Bologna nel 1966, è sempre stato sotto i riflettori, sia nel mondo dello sport che in quello del gossip. Si è parlato molto della sua relazione con Martina Colombari. È conosciuto come “La Bomba” e ha vinto molte medaglie. Ha vinto cinque medaglie alle Olimpiadi invernali e quattro ai Campionati del mondo di sci. Dopo aver smesso di gareggiare, Tomba ha scelto di vivere una vita privata.

Dopo il ritiro dallo sci, l’atleta è scomparso dal mondo della televisione, dello sport e dello spettacolo. Nel 2000, ha iniziato a recitare nel cinema, apparendo in Alex, l’ariete. Il film non ha avuto molto successo, ma ha portato Tomba ad apparire in TV come commentatore, portavoce di eventi sportivi e rappresentante della regione sciistica dell’Emilia-Romagna. Gareggiò anche in Formula 1 e fu ospite di eventi di poker online. Dopodiché, non si fece più vedere per un po’ di tempo, e la gente era curiosa di sapere cosa gli fosse successo.

Nel 2023, il suo nome è tornato improvvisamente all’attenzione del pubblico grazie a un documentario prodotto e distribuito su Netflix. Il film racconta la fantastica carriera del campione. Il film si intitola Vincere in salita e analizza anche il complesso rapporto che ha con la stampa e la sua vita privata. La sua vita è cambiata completamente: Tomba è diventato un esperto di vini, ma non è tutto. Scrive di sciatori famosi, scrive prefazioni e cura libri. È anche il fondatore dell’organizzazione benefica Laureus, che sostiene cause sociali.

La vita privata di Alberto Tomba

L’ex campione di sci ora vive sulle colline bolognesi, suo luogo di nascita. Ha preferito rimanere lontano dai riflettori. L’unica relazione che ha mai condiviso pubblicamente è stata con Martina Colombari. Non sappiamo nulla della sua vita sentimentale. In una dichiarazione pubblica ha dichiarato: “Innamorarsi dopo i 50? È dura…”