Può essere difficile da credere, ma è tornata a Roma a novembre e poi è sembrata scomparire. Il fratello di Silvio Berlusconi, Paolo, l’ha esortata a smettere di piangere e a compiere il suo dovere tornando in Parlamento.

Buona domenica, onorevole Marta Fascina.

Forza Italia si chiede dove sia, ma non ci sono ancora notizie. Il partito la sta cercando e chiede se qualcuno sa dove si trova. Purtroppo non ci sono informazioni disponibili. La situazione è tesa. Forza Italia sta chiedendo dove sia, ma non ci sono ancora notizie.  

La festa per l’anniversario si è appena conclusa venerdì pomeriggio a Roma, all’EUR. Tuttavia, il tradimento richiede ritorsione e abilità. Nessuno si impantana nel miele. Si gratta via la retorica di trent’anni esatti da quel giorno (26 gennaio 1994). Nella sua ultima apparizione mediatica, il 7 novembre, la figura spettrale aveva i capelli biondo platino legati in uno chignon, il viso magro, pallido e biancastro, e indossava un luttuoso tailleur nero. Era scomparsa da nove mesi prima di questa apparizione nell’aula di Montecitorio. I fotografi cercano di inquadrarela tribuna d’onore e i giornalisti sperano di farle delle domande quando partirà per il Transatlantico. Marta ricopre il ruolo di segretaria nella Commissione Difesa, e una fonte dice che potrebbe venire solo una volta. Ricordiamo che dovremmo incontrarci almeno due volte a settimana. È fondamentale ricordare i conflitti in corso in Ucraina e a Gaza.

La storia dei nove mesi di assenza dal lavoro parlamentare, ancora regolarmente retribuiti, è sempre stata raccontata con un misto di bizzarro rispetto e vaga comprensione. Chiunque osasse sollevare la questione si sentiva dire ufficiosamente che Marta era impegnata a seguire il declino politico e personale di Silvio. La verità è che l’assenza di Marta non era giustificata e il suo stipendio era immeritato. Gli astanti la guardavano in modo strano e le chiedevano: “Non va bene?”. Noi gli abbiamo dato una risposta positiva. Tuttavia, abbiamo ascoltato senza prendere appunti. Non abbiamo nemmeno accennato al fatto che anche noi, come molti altri, abbiamo vissuto il declino e talvolta l’agonia di un parente. Nonostante il dolore e l’ansia, abbiamo continuato a lavorare. Il Cavaliere è sempre stato un esempio plastico ed eccellente di come si debba lavorare sodo e non mollare mai, anche nei giorni peggiori. Lo abbiamo visto arrivare esausto, barcollante, con il braccio sostenuto dalla senatrice Licia Ronzulli. Nonostante la stanchezza, si è presentato con orgoglio e rabbiosa dignità tra i velluti rossi di Palazzo Madama. Non è un esempio per la sua quasi moglie.

Ricostruire con precisione fatti e circostanze è semplice. Dopo la morte del Cavaliere, l’Onorevole Fascina soggiornò a Villa San Martino, circondata da putti dorati e lampadari sempre accesi, come a Versailles. I suoi racconti sono filtrati, perché vive nel lutto e non riesce a immaginare la vita senza Silvio, che le ha lasciato un’eredità di 100 milioni di euro. L’8 agosto è apparsa all’improvviso allo stadio di Monza per il Trofeo Berlusconi. Sembrava rigida, ha dato un bacio sulla guancia a Pier Silvio e se n’è andata rapidamente. Un mese dopo, ha inviato una lettera ai giovani di FI riuniti a Gaeta, affermando che il dolore per l’uomo che amava era troppo intenso e che non poteva essere con loro. Non partecipò alla manifestazione di Paestum, organizzata per ricordare il Cavaliere.   Paolo Berlusconi ha poi esclamato: “Basta con le lacrime”. Ho consigliato a Marta di trovare la forza di tornare in Parlamento. È un suo dovere! Mariarosaria Rossi, ex fedelissima del Cavaliere (definita la “badante” durante i terribili giorni del Bunga Bunga), ha suggerito che Marta potrebbe sempre dimettersi da deputato.

Pur soffrendo, Marta sente un’energia specifica. Il 1° novembre comunica a Tommaso Labate: “Ho deciso: Torno a Montecitorio”. Arriverà a Roma su un jet privato con due segretarie, due guardie del corpo e un dog sitter con due barboncini al guinzaglio.

Il Cavaliere amava i barboncini.