D’altro canto, la riduzione del consumo di carne può svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione del cancro, a partire da quello del colon-retto. Lo dimostra un’ampia ricerca britannica che ha seguito 470.000 persone per un periodo di 11 anni.

La ricerca mirava ad approfondire l’intricata relazione tra abitudini alimentari, consumo di carne e rischio di cancro. A tal fine, sono stati seguiti ben 472.377 individui senza cancro al momento del reclutamento. I ricercatori hanno raccolto meticolosamente dati su vari fattori che potevano influenzare il rischio di cancro, tra cui la dieta, le caratteristiche fisiche, lo stile di vita e lo stato socioeconomico. I partecipanti sono stati poi suddivisi in quattro gruppi in base al loro consumo di carne: consumatori abituali di carne, consumatori moderati di carne, pescetariani e vegetariani.

In 11 anni sono stati contati quasi 55.000 casi di cancro tra i partecipanti. I dati hanno mostrato che i forti consumatori di carne erano più a rischio di cancro rispetto alle altre categorie. I vegetariani avevano un rischio inferiore del 14%, i pescetariani del 10% e i consumatori moderati di carne del 2%. 

Tra coloro che mangiavano poca o nessuna carne sono stati registrati meno tumori del colon-retto rispetto ai forti mangiatori di bistecche. 

I vegetariani hanno avuto meno tumori al seno (meno 18%) rispetto ai mangiatori di carne. Secondo i ricercatori, ciò è dovuto al fatto che i vegetariani sono in media più leggeri di chi mangia carne. Infine, il numero di tumori alla prostata è diminuito negli uomini che mangiavano pesce (meno 20 per cento) o che erano vegetariani (meno 31 percento). I fattori confondenti possono aver giocato un ruolo.

L’OMS afferma che il consumo di carne lavorata (salumi e altri insaccati, carni affumicate, salate e lavorate) aumenta il rischio di cancro. Più se ne mangia, più si ha la probabilità di ammalarsi di cancro. Mangiare 50 grammi in più di carne lavorata al giorno aumenta il rischio di cancro del colon-retto del 18%. Per quanto riguarda la carne rossa, le prove sono meno chiare. La correlazione con i tumori intestinali è “probabile” e il rischio aumenta del 17% ogni 100 grammi consumati al giorno.

Il Global Burden of Disease Project stima che ogni anno circa 34.000 decessi per cancro siano dovuti a una dieta con troppa carne lavorata e 50.000 a un eccesso di carne rossa. Si tratta di un numero inferiore rispetto ad altri fattori di rischio di cancro come il fumo, l’alcol e l’inquinamento atmosferico. Dovremmo considerare l’impatto complessivo della carne sulla salute e sull’ambiente. L’insieme di queste ragioni dimostra che dovremmo mangiare meno carne.

Quanta carne dovremmo mangiare?

La carne è anche una fonte di nutrienti essenziali, ma se consumata in eccesso può aumentare il rischio di cancro e altre malattie. È bene limitare la carne rossa a 500 grammi (di prodotto cotto) alla settimana ed evitare le carni lavorate.