Il capo di FdI afferma di essere stato accusato ingiustamente e implicato in qualcosa di “insensato e illogico”.
Arianna Meloni è furiosa. Era furiosa, quasi quanto sua sorella Giorgia. La leader della squadra politica di FdI è furiosa con Report e Sigfrido Ranucci. L’hanno accusata di aver incontrato il garante della privacy Agostino Ghiglia prima che la trasmissione fosse autorizzata a proseguire. Oggi, il Corriere della Sera spiega che si sente in trappola. Afferma di essere stata accusata ingiustamente e collegata a qualcosa di “insensato e illogico”. È anche molto furiosa.
Arianna Meloni afferma che la visita di Ghiglia non è collegata alla sanzione. È furiosa. Afferma che è stato il garante del centrosinistra, come il vicepresidente, a decidere la sanzione, e ne ha spiegato chiaramente il motivo. Ghiglia ha incontrato Bocchino per motivi diversi; io l’ho visto per caso e l’ho salutato. La decisione era già stata presa e non mi piace. Non mi dispiace dire quello che penso: non è giusto che una telefonata privata tra marito e moglie, che non è un reato, venga resa pubblica, soprattutto su un canale televisivo destinato a tutti. È sbagliato e rovina la vita delle persone. È come essere un voyeur, è di parte, è una volontà di sciopero. Non userei una telefonata tra coniugi nemmeno se dall’altra parte del telefono ci fosse il mio peggior nemico.”
Il partito ha detto che Ranucci non pagherà la multa, ma la pagheremo noi contribuenti con il nostro canone. Anche per questo, martedì sera, quando i giornalisti le hanno chiesto del caso Ranucci per tutto il giorno, all’improvviso ha detto: “Siete ossessionati. Dovete farvi aiutare!” Poi ha spiegato ai suoi sostenitori: “Non ho un incarico ufficiale all’università. Amo fare festa, ma preferisco stare lontano dai riflettori. Non sono responsabile delle opinioni di nessuno, soprattutto quando sono così parziali. Un giornalismo investigativo serio, incluso il nostro, è una cosa; una caccia alle streghe unilaterale è un’altra. Vorrei che le persone prendessero in considerazione coloro che hanno ricoperto posizioni importanti in passato, come in organizzazioni pubbliche e aziende statali.